Nel precedente post, parlavamo di quanto sia importante il concetto di comunicazione.
Sin dalla nascita il bambino si relaziona con il mondo circostante attivando dei comportamenti che sono la conseguenza di uno stato interno. Tale fase preintenzionale viene decifrata dagli adulti, poichè il neonato non è ancora in grado di indicare i suoi bisogni (come ad esempio nelle situazioni di fame o sonno).
Tra i 2 e i 6 mesi, il bambino inizia a fare le sue prime vocalizzazioni e a comunicare i suoi bisogni fisiologici tramite il pianto, sbadigli e sorrisi.
E' importante la prima condivisione di emozioni e affetto.
Attenzione condivisa: tra i 6 e i 9 mesi compare l'interesse per oggetti/eventi esterni e quindi la condivisione di essi. E' proprio in questo momento che nasce l'intenzionalità comunicativa: il bambino comprende che si può servire di mezzi per ottenere i propri scopi. Non avendo ancora le competenze adeguate, utilizza i gesti.
I gesti
I primi gesti a comparire sono quelli deittici: consistono nell'indicare, mostrare o dare. Cosa osserviamo noi adulti? L'uso dello sguardo durante l'uso del gesto. Rinforziamo laddove capiamo cosa vuole il bambino mediante l'uso della parola e l'azione consecutiva (fornendo l'oggetto in questione).
Ad esempio, se il bambino indica il biberon vorrà dire che ha sete. Mentre se indica un'immagine su un libro vorrà condividerla con la mamma.
Intorno ai 12 mesi, emergono i gesti referenziali: si utilizzano nei vari contesti e non si riferiscono ad oggetti in particolare ma ad essi stessi.
Ad esempio, il gesto aprire e chiudere la mano per dire "ciao".
Come stimolarlo?Mediante il gioco: possiamo utilizzarlo in contesti di routine quotidiana per poi arrivare alla generalizzazione del gesto.
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